Un aspetto importante dei cibi che dobbiamo imparare a riconoscere e mangiare, riguarda il P.R.A.L., letteralmente Potential Renal Acid Load, ovvero potenziale di carico acido renale.
Il P.R.A.L. è un metodo scientificamente validato dal dottor Thomas Remer, autore nel 1995 dell’articolo “Potential renal acid load (PRAL) of foods and its influence on urine pH” (“Carico acido renale potenziale (PRAL) degli alimenti e sua influenza sul pH dell’urina”), utilizzato per calcolare il bilancio chimico delle molecole acidificanti e alcalinizzanti di un alimento.
Non stabilisce solamente il pH di un composto, la stima la relativa capacità di interazione con il sangue umano, quindi con il pH della vita che è compreso tra 7.3 e 7.4.
Quindi, il P.R.A.L. determina l’effetto chimico acido-base di un composto sull’organismo umano, naturalmente assorbibile e metabolizzabile dall’apparato digerente in condizioni fisiologiche. Quindi, è importante ricordare che non è la sensazione sulla lingua che determina se un alimento favorisce l’iperacidità dei tessuti, bensì il fatto che venga metabolizzato in acido o in base.
Per la stima, il P.R.A.L. prende in considerazione alcune variabili come:
- proteine totali;
- zolfo degli amminoacidi solforati;
- fosforo (P);
- potassio (K);
- magnesio (Mg);
- calcio (Ca)
- produzione di acidi e basi endogeni rispetto al contenuto dei singoli minerali e amminoacidi coinvolti.
Semplificando, i prodotti con P.R.A.L. negativo (P.R.A.L. -) risultano potenzialmente alcalinizzanti, come ad esempio ortaggi, verdura a foglia verde, frutta. Gli alimenti con P.R.A.L. positivo (P.R.A.L. +) possiedono un effetto acidificante, come la carne, i derivati del latte, il pesce, il tuorlo d’uovo.

I cibi verdi sono quelli con maggiore P.R.A.L. negativo e ci permettono di:
- ridurre il peso;
- mantenere una buona alcalinità del nostro organismo.
Viceversa, cibi come lo zucchero possiedono un valore molto positivo di P.R.A.L. e un alto indice glicemico: attraverso la glicogenesi fanno precipitare la situazione verso un accumulo di grasso, specialmente viscerale, che è motivo e causa di molte infiammazioni.
Giusto per dare un’idea, al netto di calcoli specifici da fare in base all’età e all’altezza di ogni singola persona, un punto vita che risulta pericoloso è:
- 85-90 cm nella donna;
- 95-100 cm nell’uomo.
Il sovrappeso è un accumulo di grasso che nasce da infiammazioni e provoca tre grandi disastri:
- il sovrappeso aumenta oltremodo l’infiammazione stessa;
- il sovrappeso genera problemi e patologie del metabolismo: ipertensione, glicemia alta e quindi diabete, ipercolesterolemia e tutto questo genera un aumento del rischio cardio vascolare;
- il sovrappeso può causare patologie tumorali: infatti in questa condizione si assiste a un cambiamento dei marcatori tumorali.
Oltre all’indice di cui stiamo parlando, occorre però comprendere non soltanto quali cibi assumere per garantire il livello alcalino del corpo, ma è utile soffermarsi sul quando assumerli e in che modo: verdure crude a pranzo e in aggiunta un pugno di riso o un piatto monoproteico, verdure cotte alla sera a fare da contorno a un piatto monoproteico, ricordando di evitare i carboidrati.
Anche alcuni frutti hanno un P.R.A.L. negativo (come le arance o i kiwi ad esempio) e anche in questo caso dobbiamo ricordarci che è importante assumerli al mattino a colazione e mai commettere l’errore di assumerli durante i pasti.
Qui trovate una lista degli indici di PRAL di alcuni alimenti.
Il metodo rivoluzionario dell’alimentazione è di non misurare il cibo se sappiamo sceglierlo nel modo giusto.