Perché dormiamo più di 8 ore a notte? 

Dormire

Nella sua ultima diretta Alex ci ha fatto notare che dormendo 8 ore a notte, considerando una media di 80 anni di vita, significa che restiamo svegli solo per 50 anni e il resto del tempo lo trascorriamo dormendo.

Se dormiamo 8 o più di 8 ore a notte significa che il nostro corpo necessita di 3 o più ore per smaltire gli zuccheri in eccesso di muscoli, fegato e cervello. Se abbiamo sempre bisogno di dormire più di 8 ore a notte, significa che il nostro corpo è acido e abbiamo tanti zuccheri e tossine da eliminare. In un corpo alcalino le ore di sonno si riducono fino a 5 e il corpo fa meno fatica a ripristinare l’equilibrio acido base con notevoli vantaggi per la qualità del sonno e per la salute.

Dormendo 5/6 ore a notte, gli anni di vita vissuta diventano almeno 60. Inizia ora a vivere pienamente la tua vita grazie a uno stile di vita alcalino. 

Dormire

I diversi tipi di sonno 

Spesso si tende a confondere il sonno con il riposo, ma in realtà sono due attività che si differenziano per la peculiare condizione mentale che producono. Il riposo consente all’organismo di recuperare le forze e di rilassarsi, ma è un’attività che non prevede necessariamente l’atto del dormire. Riposarsi significa rilassarsi, diminuire il grado di attenzione, inattivare alcune zone del cervello e attivarne altre mantenendo lo stato di veglia. Il sonno invece spegne la coscienza del mondo esterno e apre le porte di un “mondo interno”.Durante il sonno il cervello disattiva temporaneamente alcuni centri e ne attiva altri. 

Sai che esistono diversi “tipi di sonno”?

  • Sonno monofasico: quello a cui siamo più abituati, consiste in 7-8 ore di sonno alternate a 16-17 di veglia
  • Sonno bifasico: fa riferimento a due cicli di sonno durante una sola giornata, è il classico sonnellino pomeridiano. 
  • Sonno polifasico: è tipico dei neonati e consiste nel dormire in più fasi di sonno durante una sola giornata (da 2 a 5 sonnellini da 20 minuti nell’arco della giornata) e una fase di sonno breve durante la notte (da 1,5 ore fino ad un massimo 4,5 ore)
Ritmo circadiano

Il ritmo circadiano e i disturbi del sonno

Il ritmo circadiano è una sorta di orologio biologico dal periodo di 24 ore. Come un “vero orologio”, varia al trascorrere delle ore: questo meccanismo, infatti, si adatta alle diverse fasi della giornata, regolando funzioni chiave quali i livelli ormonali, il sonno ed il metabolismo. 

L’epifisi, in particolare, ha un ruolo fondamentale nel ciclo circadiano: èi una ghiandola situata alla base del cranio, che produce la melatonina, l’ormone che regola il ritmo circadiano dell’organismo. La sua secrezione è strettamente legata alla luce: infatti, lo stimolo luminoso viene trasmesso all’epifisi che inibisce la produzione di melatonina; il buio, viceversa, ne stimola il rilascio, favorendo il sonno. Nell’arco della giornata, ogni organo raggiunge il proprio picco di massima attività in una fase precisa a cui corrisponde specularmente una fase di riposo.

Essere allineati con il ritmo circadiano è fondamentale per la qualità del nostro sonno.
Sai che 7 italiani su 10 soffrono di disturbi del sonno con conseguente perdita della concentrazione, diminuzione delle performance fisiche e mentali, bassa energia, fame compulsiva,   nervosismo e stress?

Con questi semplici accorgimenti puoi migliorare la qualità del tuo sonno: 

  • Dormi almeno 3 ore di sonno profondo tra 3 e le 4 di notte 
  • Stai in un ambiente buio, che stimola la produzione di melatonina 
  • Non utilizzare device che emettono luce da un’ora a un’ora e mezzo prima di dormire
  • Non cenare troppo tardi per evitare il picco glicemico ed evita l’eccesso di carboidrati a cena (leggi questi consigli)
  • Non esagerare con gli zuccheri: corrispondono a ore in più di sonno necessarie per smaltirli

Curando il tuo stile di vita, le tue abitudini e la tua alimentazione, anche la qualità del tuo sonno ne beneficerà e tu ti sentirai meglio, più energico e più produttivo. 

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Tutte le informazioni pubblicate hanno carattere divulgativo e non devono essere considerate come consulenze né prescrizioni mediche o sostitutive della medicina tradizionale. In caso di patologie pregresse è sempre opportuno rivolgersi preventivamente al proprio medico curante. L’articolo ha intenzione di essere illustrativo, non esortativo né didattico.

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